lunedì

Milano, a settembre, s'ingrigisce di colpo, quasi una cenere cadesse a coprire le strade. La luce fluttua tra le trasparenze del cielo color latte di soia, ma non illumina: diffonde un umore stinto, tirato beige, e scompare quell'aria di sorrisi schietti che sollevava le fronti; gli sguardi si fanno bassi, le frasi indirette...

mercoledì

Milano d’agosto, non è Milano. Dietro le serrande, la gente lavora lo stesso, al buio (non certo per sfuggire al caldo - piove, il tempo è mite), curvi ai computer o sulle macchine da cucire. Al ritorno verso casa, vedi persone per strada annusare un profumo nuovo, privo di smog: alzano il naso verso l’alto, allargano le narici, spostano gli lo sguardo da sinistra a destra, da destra a sinistra, dal basso verso l’alto, e poi tutto in circolo, la faccia immobile. Le automobili si spostano come scarafaggi sorpresi in cucina subito dopo cena, imbarazzate dall'improvvisa abbondanza di spazio...